Descrizione
Descrizione Nella parte finale del libro si legge: “Sono cose che urtano il sangue, cose che non si possono raccontare”. Invece il sarto di Rughi, Dante, le ha raccontate, senza enfasi. Questa è la storia di un uomo che ha attraversato più inferni, stenti, dolore, scontri e bombardamenti, durante la Seconda guerra mondiale. È in questa memoria e in tante altre che si possono ritrovare le ragioni che orientano chi cerca, nel quotidiano, di tenere fermi i valori del rispetto per l’umanità e per i suoi diritti (dalla Prefazione di Rosalba Ciucci, Presidente ANPI di Lucca e Capannori).
|
Biografia Autrice/Autore Dante Unti, sarto, strappato al suo lavoro dalla chiamata alla leva obbligatoria nel 1939 e coinvolto nel conflitto in Jugoslavia dopo l’inizio della seconda guerra mondiale, fece parte dei contingenti che si ribellarono anche militarmente ai Tedeschi tra l’otto e il dodici settembre 1943 a Ragusa (Dubrovnik), dove fu fatto prigioniero. Fu poi internato nel campo di lavoro di Stablack, nei pressi di Konigsberg, attuale Kaliningrad. Furono circa trentamila quelli come lui deportati da quella zona della Jugoslavia nei campi di lavoro forzato. Riuscì a sopravvivere e a tornare a casa alla fine della seconda guerra mondiale. Virginio Giovanni Bertini, sindacalista, ricercatore, scrittore e poeta, ha realizzato dal 1997 ad oggi numerose pubblicazioni di poesie (Fraternità, Pisa, 1997, Fuorigioco, Roma, 2014, La fanciulla olimpica, Roma, 2015) ed un romanzo, Cuore vuoto (Roma, 2015). |
Reviews
There are no reviews yet.