Descrizione
Descrizione Quando, a metà marzo del 1918, gli arrivò l’ordine di partire per il fronte, Francesco de Peppo aveva diciotto anni. Apparteneva all’ultima generazione di reclute che, a dispetto dell’età e della scarsa preparazione, era chiamata a tamponare le terribili perdite subite dall’esercito italiano nella ritirata di Caporetto. Quel “ragazzo del ’99” si avviava a vivere di persona un’esperienza straordinaria, che poteva chiudere tragicamente la propria esistenza, come era capitato al fratello Mario, poco più grande di lui: si sapeva che era morto due anni prima in una delle sanguinose battaglie dell’Isonzo, ma se ne ignorava il luogo della probabile sepoltura. Francesco ne è consapevole, ma parte ugualmente – “deve” partire – deciso a dare il suo contributo alle sorti della patria. |
Biografia Autrice/Autore Francesco de Peppo nasce a Napoli il 16 novembre 1899, da una famiglia della aristocrazia locale. Sesto di sette figli, subito dopo la licenza liceale viene arruolato come soldato semplice nel Regio Esercito, come accaduto ai fratelli più grandi: Giovannino, capitano d’artiglieria, prigioniero in Austria dopo la ritirata di Caporetto; Mario, tenente di fanteria, medaglia d’argento al valor militare, caduto in combattimento nel 1916 in Val Posina. Raggiunge il fronte nel marzo 1918 e scrive questo diario-testimonianza. Dopo la guerra, nel 1924, entra nelle Dogane dove resterà fino alla pensione. Vivrà anche il dramma della Seconda Guerra Mondiale nella località del Brennero, ai confini dell’Italia, con la moglie Anita, di Trieste. Nel 1966, ormai pensionato, rientra a Napoli, dove chiude serenamente gli occhi il 4 febbraio 1991. Tra le sue carte viene rinvenuto dai familiari il Diario di Guerra, fino ad allora gelosamente custodito. |
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